Transilvania: 6 consigli per visitare la terra di Vlad l’Impalatore.
Incubo d’infanzia, fantasia gotica, la Transilvania non smette di generare una sana curiosità anche in età adulta, quando ormai del Conte Dracula non si dovrebbe più avere tanto timore. La Romania però, bisogna ammetterlo, non è una di quelle regioni d’Europa che salta in mente quando si tratta di organizzare pochi giorni fuori. Le voci che girano su Bucarest, Capitale di questa nazione nostra vicina di casa in fin dei conti, indeboliscono ancor di più ogni stimolo a prenotare un biglietto aereo. “L’ho trovata affascinante personalmente – mi confessò una collega di lavoro – perché è una città decadente”. Non posso che essere d’accordo con questa affermazione: ribaltando in positivo l’aspetto più deprimente di Bucarest, ne evidenzia la caratteristica essenziale.
1. Se decidete di visitare Bucarest, cercate un hotel tra Lipscani ed il Palazzo del Parlamento così da potervi muovere a piedi.
Il centro storico, Lipscani, è un insieme di viuzze anche piuttosto vive e frizzanti, ma qui, come per il resto della capitale Romena, gli edifici, che riecheggiano prima la splendida Belle Epoque e poi la dittatura comunista, sono trasandati. Se Lipscani fosse curata e manutenuta, non ci metterebbe molto a trasformarsi in un’attraente gioiellino dell’est e le agenzie di viaggio si scatenerebbero tra pubblicità e offerte low cost online. Non è tutto da buttare, sia chiaro: la Romania sta attraversando un periodo di florido sviluppo economico e Bucarest lo testimonia con alcuni suoi angoletti in via di ripresa: arrivando dall’Aeroporto di Otopeni a bordo di un economico Uber (se potete, evitate di prendere un taxi), si attraversa lo splendido Parcul Regele Mihai e le distese di verde circostanti il laghetto Herastrau. Dominate dal palazzo Casa Presei Libere (classico edificio comunista, ricorda nella forma le Sette Sorelle Staliniane di Mosca) queste zone sono oggi un cantiere a cielo aperto dove si stanno costruendo strutture sportive ed un nuovo stadio.
Anche il Bulevardul Unirii, che si dipana dal Palazzo del Parlamento, la seconda struttura amministrativa più grande del mondo, è un corso gradevole che costeggia il fiume Dambovita costellato di locali e ristoranti sempre più alla moda; se dovete però spendere una sola sera a Bucarest, fatelo prenotando una cenetta al Caru Cu Bere, ristorante storico ormai divenuto polo turistico (è consigliabile prenotare un tavolo).
2. La Transilvania dista un paio d’ore da Bucarest. Affittate un’auto e imboccate la 1 verso nord: non aspettatevi un’autostrada, ma le condizioni del manto stradale sono buone anche in inverno. Fate attenzione agli autovelox e alle numerose pattuglie di “Politia”. In alternativa potete viaggiare in treno o volare a Cluj, ma ricordate che quest’ultima è molto distante dal cuore pulsante della Transilvania: non sottovalutate le dimensioni di questa regione vastissima.
Una volta riposato, per raggiungere la Transilvania si può partire di buon mattino; in un paio d’ore d’auto verso nord, dovreste essere a Brasov (se avete la fortuna di visitare queste zone quando non è periodo di vacanze invernali, altrimenti preparatevi a chilometri di file: i Romeni vi trascorrono le ferie per andare a sciare).
Non ci sono autostrade, ma le condizioni del manto stradale che va da Bucarest fino a Brasov sono molto buone. A pochi chilometri da quest’ultima destinazione c’è Sinaia, prima grande attrazione della regione centrale di Romania: fate un pit stop per visitare il Castello di Peles ed il Palazzo Pelisor, ma fatelo prima delle quattro di pomeriggio perché qui le attrazioni turistiche chiudono piuttosto presto. Respirerete una prima boccata d’aria sassone tra i Carpazi e le loro foreste fiabesche.
Proseguendo verso Brasov attraverserete diversi paesini che ospitano impianti di risalita sciistica, tra cui Predeal, indubbiamente il più affollato. Per un attimo vi sentirete di nuovo a casa, non così lontani dall’Alto Adige.
3. Scegliete Brasov come base per il vostro tour in Romania: è un villaggio delizioso, è ben servito ed è a poca distanza dalle principali attrazioni di Transilvania. In alternativa potete scegliere Sighisoara o Sibiu. Evitate di dormire ai piedi del Castello di Dracula (Bran): il villaggio è piccolo ed oltre al castello ha poco da offrire.
Brasov è un gioiellino, ma non solo: con la sua piazza centrale dominata dalla gotica Chiesa Nera e dalla torre del Trombettiere, è consigliabile come base strategica per visitare la Transilvania. Se riuscite, cercate un ostello, albergo o appartamento su Strada Republicii, il corso principale della città.
Il Castello di Bran, quello che simbolicamente (ma solo simbolicamente!) viene identificato come la fortezza del conte Dracula, dista poco meno di una mezzoretta d’auto, mentre i villaggi sassoni, con le loro tipiche Chiese Fortificate dal tetto spiovente spesso e volentieri in legno, sono a pochi chilometri. Inoltre Brasov è tutt’altro che piccolina: ci sono ristoranti, alberghi, servizi di ogni tipo e se si decide di visitare una regione come questa in periodo invernale, quando le temperature scendono fino a meno quindici di notte, non farsi mancare nulla è consigliabile.
4. Nell’addentrarvi nel cuore della Transilvania, non aspettatevi, tra un villaggio e l’altro, tutte strade in ottime condizioni di manutenzione. I tragitti possono essere di pochi chilometri, ma rischiano di richiedere diverse ore di viaggio. Evitate di fermarvi in un ristorante se avete le ore contate: il servizio è lentino un po’ dappertutto; meglio un pranzo veloce ed una cena tipica più rilassata.
Non aspettatevi, tra un villaggio e l’altro, tutte strade in ottime condizioni di manutenzione; solo quelle che uniscono i centri abitati principali sono percorsi affidabili al cento per cento. Per farvi un esempio, il secondo giorno, quando abbiamo deciso di visitare Fagaras, uno dei numerosi villaggi tipici, dopo aver dato un’occhiata alla cittadella fortificata, la brillante cattedrale ortodossa e dopo aver mangiato un boccone, ci siamo rimessi in marcia verso Sighisoara.
Per arrivare fin quassù siamo stati trasportati dal navigatore satellitare in un’altra dimensione strutturale (cominciate a dimenticarvi le strade asfaltate a doppia corsia e date il benvenuto agli sterrati) e temporale. Se non fosse per i cavi della corrente che ci ricordano in che epoca viviamo infatti, tutta la valle centrale della Transilvania sembra essersi paralizzata a quando i villaggi di Barcut, Apold, Sinca furono costruiti.
Nella loro arretratezza sono però forse il luogo più affascinante di Transilvania: desolati se visitati con le luci del tramonto, racchiusi in tetre foschie, attraversati solo da qualche contadino che accompagna le proprie vacche al pascolo, i villaggi transilvani si stagliano su uno sfondo collinare silenzioso. Il disco rovente del sole che scende dietro i rami secchi delle foreste finalmente rianima gli incubi ricercati di quell’infanzia in cui tanto si temeva il solitario conte Dracula.
Il percorso attraverso queste terre finalmente ci fa approdare a Sighisoara, centro abitato più grande e principale attrazione della Transilvania non solo perché luogo che diede i natali a Dracula (si può ancora visitare la casa in cui Vlad è cresciuto), ma anche per i suoi edifici e la sua architettura affascinanti. Non mancate di visitare la Torre dell’orologio, arrampicatevi fino alla collina da cui svetta la chiesa che domina la cittadina e comprate qualche souvenir.
5. La Transilvania è piuttosto grande, non sottovalutate il numero di attrazioni che può offrire.
Se non vi siete attardati, proseguendo per Sibiu avrete modo di visitare un altro splendido centro abitato dove, essendo arrivati in serata, noi abbiamo avuto solo il piacere di una breve passeggiata ed una cena a base di Ciorba (zuppa) nelle loro tipiche “ciotole” di pane.
Non sottovalutate le dimensioni di questa regione: da Brasov a Sibiu e ritorno in giornata, abbiamo impiegato circa dodici ore tornando in piena notte e, in realtà, la Transilvania è molto altro ancora: Hunedoara viene citata come villaggio che ospita uno dei castelli più affascinanti, inoltre, ancora più a nord, ci sono Cluj e la miniera di Sale di Turda. C’è tanto da vedere quaggiù e forse tre giorni non sono sufficienti. Ciò ovviamente vale se, e solo se, si è curiosi a tal punto da voler conoscere questa regione nella sua totalità.
Da Bucarest si organizzano tour guidati di un solo giorno, ma non pensate che visitare il Castello di Bran significhi aver vissuto questa splendida regione.
6. Il Castello di Bran è affascinante, ma non confondetelo con il mito di Vlad Tepes, il conte Dracula: esso è in realtà uno dei castelli più spogli, anche se dalla rocca su cui domina la vallata, incute un indubbio fascino misto a timore.
Abbiamo visitato il castello di Bran l’ultimo giorno scoprendo che l’autore del celebre Romanzo, Bram Stoker, pare si sia solo ispirato a questo edificio per raccontare la fiaba gotica più famosa di sempre. Per il resto in realtà le connessioni storiche tra questo palazzo e il vero conte Vlad sono rarefatte e incerte. Ciò non toglie che una visita può valere il viaggio intero se siete alla ricerca di una ricongiunzione con il bambino fifone che è in voi. Altra cosa che stupisce un po’ (in positivo, c’è da ammetterlo) è che la leggenda del Conte sembra non aver provocato nei Romeni una corsa al fenomeno da baraccone: è vero che visitando la casa di Vlad Tepes a Sighisoara vi ritroverete in un atmosfera divertente e ridicolizzata, è vero che magneti con la faccia del conte e baracche che vendono oggetti a lui ispirati dominano la valle alla base del castello, ma al contrario di tante altre attrazioni sparse per questo mondo, non c’è un esagerazione nel mitizzare questo personaggio storico, che in fin dei conti godeva solo della fama di essere un guerriero particolarmente sanguinario.
Non aspettatevi aglio appeso alle porte delle case, non aspettatevi pali piazzati nel terreno a richiamare la truce abitudine di Vlad di impalare i suoi avversari Ottomani, non aspettatevi di poter acquistare paletti da piantare nel cuore di qualche fantomatico vampiro.
Dracula è un mito ed un’attrazione turistica qui, ma la sua leggenda fa meno eco di quanto ci si possa aspettare.
Meglio così, viene da pensare: questo luogo è intrigante per sua stessa natura, non per le favole tetre che lo riguardano. Visitare la Transilvania è stata una piacevole scoperta; la scoperta di un paese che, erroneamente, sottovalutiamo a volte per pregiudizio, a volte perché convinti che ci sia di meglio nei dintorni di casa nostra.
Daniele Festoso
Una volta compiuti otto anni, capitarono due cose che mi avrebbero cambiato la vita: la prima fu che mia madre mi mise su un aereo per il Canada e la seconda che mio padre mi piazzò un mappamondo in stanza. Ancora oggi quando capito in casa dei miei genitori, avvicino il mio sguardo appassionato alla superficie di quel vecchio soprammobile impolverato e ne percorro le strade, i fiumi e i confini degli stati; passando dal Nord Europa allo sconosciuto Medioriente, dalle sperdute isolette Sandwich nei pressi dell’Antartide fino al Corno D’Africa che si è scollato a causa del tempo dal globo di plastica e resiste appeso per il confine labile tra Somalia ed Etiopia. Ogni volta premo su quel lembo adesivo colorato nella speranza che si rincolli, ma lui mi dà soddisfazione solo per qualche secondo, poi si stacca e ricomincia a pendere nel vuoto cosmico.