My brief and lovely escape to Costiera Amalfitana
Eccolo the place to be, impossibile credo godersi così tanto questo luogo come in un weekend fuori stagione in cui il meteo negazionista ci ha detto esserci pioggia fino al giorno stesso, in cui, giuro, la pioggia non c’era.
Bello come pochi ai limiti del sublime.
Malgrado chiunque ce l’abbia sconsigliato siamo partiti da Roma in macchina. Il nostro hotel aveva il parcheggio gratuito.
Abbiamo alloggiato a Vietri per entrambe le notti, la scelta è stata dettata soprattutto dalla comodità dell’avere il parcheggio gratuito ma abbiamo apprezzato moltissimo il paese sia perché VUOTO sia perché coloratissimo.
La voce del mare, il nostro hotel, si trova su via costiera amalfitana al civico 21, dall’hotel si può, tramite un percorso interno, scendere in spiaggia (saranno 500 metri).
Vicino la spiaggia è pieno di bar per assaggiare la delizia al limone che ne vale sempre la pena.
Facilmente attraverso una bella passeggiata si raggiunge la scalinata per accedere al paese (all’altezza di un panificio con su scritto colazioni, pane e pomodoro n. d. r.).
La salitella è un po’ intensa, vi fa ragionare sul cardiofitness sempre snobbato ma alla fine il paese è bello, colorato e la vista è mozzafiato.
Vietri come detto è coloratissima, a tratti sembra di essere ai Caraibi, soprattutto per immagini sacre circondate da neon che ricalcano la Santeria.
Il centro è pieno di negozi di ceramiche, alcune più raffinate altre più barocche diciamo.
Infine spicca la Cupola della chiesa di San Giovanni Battista ricoperta da maioliche a forma di pesce, giallo verde e azzurro.
A Vietri siamo stati a cena AL 34 DA LUCIA, pare che il posto si chiami così perché l’originale proprietario del locale fosse una testa dura e che il numero 34 nella smorfia napoletana sia proprio la testa, ‘a capa. Ristorante casareccio e piuttosto onesto 45 euro in totale.
Lasciamo Vietri con la corriera SITA diretta a Cetara (attenzione il biglietto non si può fare a bordo né online e l’edicola almeno a Cetara RIAPRE ALLE 17.30).
Il tragitto è incredibile, la corriera corre che sembra di stare sul ROTOR, ma la vista è magnifica.
Cetara è carina ma è una via costellata di ristoranti e bar per mantecare. Noi eravamo mossi solo dal desiderio di alici e colatura. Sotto consiglio di un falsario del luogo (si è presentato lui stesso così) siamo andati diretti a mangiare i nostri spaghetti con colatura, con antipasto di alici. Il tutto ottimo.
La colatura si può comprare ovunque, dai 12 euro in su. Abbiamo deciso di tentare, con successo, in un negozio di alimentari, La bottega della frutta, al costo di 8 euro 100 ml.
La nostra tappa successiva è Amalfi, prendiamo il traghetto al porto di Cetara, la biglietteria è poco prima, 5 euro a biglietto.
Passiamo di fronte a Minori, Maiori, ed infine Amalfi.
Amalfi perché già più frequentata o forse perché lì un po’ di pioggia l’abbiamo trovata, bella certo ma non ci vivrei. Ad ogni modo il duomo splendido, non siamo entrati poiché non avevamo cash e non si può pagare con la carta. Ci siamo soffermati sull’atrio.
Il rientro con la corriera è stato piuttosto spettacolare, emozioni da montagne russe.
L’ultimo giorno prima di lasciare Vietri abbiamo fatto un giro al laboratorio di ceramica di fronte all’albergo. Non passa inosservato perché all’ingresso c’è un’intera parete di pesci. Le ceramiche sono particolari, non certo la roba turistica che si trova in paese. Ceramica IOS.
Via della costiera amalfitana in macchina fa venire voglia di avere una Giulietta cabrio, degli occhiali avorio ed un foulard. Almeno fuori stagione.
Ci fermiamo a Ravello, luogo caro anche a Wagner e a Boccaccio che ne scrisse nel Decamerone.
Ravello si trova lontano dal mare, piuttosto in alto. La cosa spettacolare che abbiamo visto sono stati i Giardini di Villa Cimbrone, pazzeschi pieni di piante e statue. Dai vialetti del giardino si raggiunge la Terrazza Verso l’Infinito, da infarto.
Ci riprendiamo con un pranzo eccellente all’Enotavola Palazzo della Marra, consigliatissimo.
Vorrei che la musica fosse stata più di nicchia invece abbiamo ascoltato Liberato, non so se mi sento di consigliarlo.
Tutto il resto è più che consigliato, quasi un dovere verso questa Italietta che lontano da luglio e agosto ci fa tutti innamorare.
Hasta la prossima
G.