Nuova Zelanda. 3. In camper nell’Isola del Sud: da Christchurch a Queenstown
Atterriamo sull’Isola del Sud, a Christchurch, dopo una deviazione di dieci giorni in Polinesia. Voliamo con Air New Zealand, e ci sentiamo molto fortunati ad assistere ai famosi video di sicurezza della compagnia aerea kiwi: a noi capita quello in stile Men in black – ma merita anche quello dedicato al Signore degli Anelli!
Lo scalo ad Auckland ci riserva una disavventura. Abbiamo una coincidenza di 10 minuti ma dobbiamo percorrere una distanza che ci impiega 30 minuti correndo, tra il terminal dei voli internazionali e quello dei voli nazionali. Per la prima volta nella mia vita, perdiamo l’aereo! Per fortuna gli impiegati della Air New Zealand sono all’altezza dei video sulla sicurezza, e con un sorriso ci trovano a costo zero due posti sul volo successivo.
Alla dogana, poi, ci vengono esaminate minuziosamente, di nuovo, le suole degli scarponi da trekking, che stavolta non sono immacolate. Ci lasciano passare quando li convinciamo che le tracce di terra che vedono appartengono al Tongariro e non a sconosciuti sentieri polinesiani.
In città torneremo in seguito. Per ora ci limitiamo a raggiungere chi ci noleggerà il camper: un’agenzia locale (Affordable) che offre la navetta dall’aeroporto (con qualche accessorio, spendiamo in totale per 12 giorni circa 1500€). Scegliamo un motorhome da quattro posti, non troppo lungo, che ci permette di lasciare il tavolino montato (e tutto il disordine che vogliamo) con il letto sulla mansarda.
Con un piano basato sul meteo, consultiamo le previsioni per i prossimi giorni e ci precipitiamo verso sud. Siamo in estate nell’emisfero meridionale, ma la piovosità è alta e vogliamo tenerci le belle giornate per la parte più naturalistica. Ma il viaggio è lungo: per la prima notte ci piacerebbe campeggiare liberamente in qualche punto panoramico. Ci siamo un po’ informati prima di partire, e abbiamo acquistato una sim ricaricabile (a costi irrisori) dovendo stare in totale quasi un mese in Nuova Zelanda. Abbiamo quindi scaricato un’app pensata per i camperisti: Rankers, davvero molto completa – si è rivelata fondamentale durante il viaggio – che ci permette di individuare su mappa e leggere le recensioni di campeggi a pagamento, piazzole libere, punti dove caricare l’acqua, attaccarci alla corrente o scaricare le acque sporche. Campeggiare qui è veramente uno sport nazionale; le recensioni sono tantissime e esaurienti e ci permettono di pianificare il viaggio molto facilmente, decidendo volta per volta dove dormire. In Nuova Zelanda il campeggio libero è permesso praticamente ovunque, e c’è grande scelta tra campeggi forniti di tutti i servizi, piazzole autorizzate in aree semi selvagge con alcune comodità (dove si paga un piccolo ticket e i ranger passano comunque a controllare tutti i giorni), oppure parcheggi liberi, di solito in punti panoramici.
Così, dopo i primi chilometri che ci servono ad abituarci alla guida a destra, per la prima notte troviamo uno spiazzo libero in riva al lago Pukaki, un parcheggio di brecciolino quasi sull’acqua, dal lato giusto del tramonto, con nessun altro camper vicino e vista sul monte Cook innevato. Una serata perfetta per un aperitivo sul tavolino del camper e per sentirci a casa.
La mattina seguente esploriamo i dintorni e scopriamo che questa è zona di allevamento di salmoni. Non solo: gli allevamenti offrono la vendita diretta di salmone crudo da mangiare freschissimo, e ne approfittiamo per un delizioso picnic sui tavoloni bordo lago del punto vendita del Mount Cook Alpine Salmon, che decisamente non ha nulla da invidiare ai colleghi norvegesi.
Riprendiamo il viaggio verso Queenstown passando sul Lindis Pass, dove la strada che attraversa gli altipiani del Central Otago passa a quasi mille metri di altezza. In questa zona, avvicinandoci alla Kawarau Gorge (un tratto del fiume Anduin nei film del Signore degli Anelli), leggiamo cartelli informativi che raccontano di come anche qui si lotti per le specie endemiche minacciate da quelle importate: in questo caso, le conifere infestanti (pini soprattutto) si sono moltiplicate e minacciano la sopravvivenza dei piccoli cespugli (tussock) e dell’ecosistema a loro collegato.
Queenstown è la città degli sport estremi. Da queste parti l’economia si basa proprio su questo: bungee jumping, barche jet sui fiumi che raggiungono velocità pazzesche, sci, rafting. Adagiata tra le montagne e il lago Wakatipu, è una cittadina piacevole e molto verde, buona base anche per numerose escursioni, con architetture tardo ottocentesche, case di legno, e moli colorati pieni di assurdi pedalò e moto d’acqua.
Con base in città, partecipiamo a un’escursione organizzata nella zona di Glenorchy verso Paradise e le valli circostanti, set dei film del Signore degli Anelli. L’agenzia è specializzata su questo: “One four wheel drive tour to rule them all“, recita lo slogan sulla jeep. Ci accompagna una simpatica guida locale con il suo fuoristrada vissuto che oltre a raccontarci aneddoti sui film (con tanto di tablet con le scene girate qui) ci mostra anche straordinari paesaggi boscosi e montani. Con lui discutiamo anche del referendum che si terrà a breve sulla modifica della bandiera nazionale, questione non solo estetica ma sopratutto simbolica: rimuovere o non rimuovere il ricordo del passato coloniale e i simboli del Regno Unito? La guida in realtà ci dice che voterà per la vecchia bandiera, per una questione di tradizione, riconoscibilità e identità, nonostante l’alternativa proposta sia oggettivamente bella (ha vinto poi la vecchia, in ogni caso).
Dirigendoci a nord, verso Glenorchy, costeggiamo il fiordo formato dal lago Wakatipu su una strada panoramica che offre ad ogni curva splendi scorci delle montagne innevate. Sostiamo nella foresta di faggio rosso con i tronchi coperti di muschio. C’è un’atmosfera magica in cui regnano il silenzio e i profumi del bosco; i tronchi e i rami caduti sono lasciati dove sono, a terra, coperti da muschio e foglie cadute, e non vengono mai rimossi per una precisa scelta di conservazione.
In questa zona in effetti la natura selvaggia la fa da padrona. Peccato solo per gli elicotteri e le barche a motore lanciate nei fiumi dall’acqua cristallina a tutta velocità.
Paradise è un piccolissimo villaggio pieno di mucche, capre e steccati, con alcuni cottage storici. Isengard si avvicina: la valle del fiume Dart intorno a Paradise è un’enorme e splendida piana alluvionale costellata di tronchi portati dalle piene, con pochissime strade e qualche ponte, solcata da ruscelli e percorribile nella sua interezza solo su fuoristrada, mentre il fiume si apre la strada verso il lago Wakatipu. Le montagne sullo sfondo hanno profili familiari e le riconosciamo perché hanno fatto da fondale a numerosi film come Wolverine, le Cronache di Narnia e ovviamente la serie di Lord of the Rings.
Ripartendo da Queenstown troviamo un piccolo campeggio non gestito di cui ci innamoriamo: il Cascade Creek campsite, anche questo sulle rive di un lago, il piccolo lake Gunn, con alle spalle una splendida foresta umida che ci ricorda quella vista nella valle di Glenorchy. Per dormire qui basta lasciare un’offerta in una cassetta di legno e prendere un biglietto da mettere sul parabrezza. In serata passa un ranger a fare un giro di controllo, ma sembra che la cosa per la maggior parte si basi sull’onestà di chi campeggia. La sensazione è di assoluta sicurezza, paradossale ma vero!
Ci addormentiamo cullati dai suoni degli abitanti del bosco alle nostre spalle, e domani ci dirigeremo al Milford Sound.
Francesca Baliva
Viaggio meno di quanto vorrei. Ovunque vado, cerco animali e paesaggi mozzafiato. Creo colonne sonore e guido volentieri, soprattutto il camper e la bicicletta. Mi piacciono la pioggia, anche in bicicletta; le paludi, i paesini abbandonati, la montagna selvaggia, i vulcani ma soprattutto gli animali più strani. Sono in giro da sempre e cammino per chilometri. Mi piace scrivere l'essenziale e non molto di più.